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Cenni storici ed origini

Nell’oscurità delle piramidi egizie, su certi antichi graffiti, nelle incisioni e nei bassorilievi assiri spicca la sua elegantissima sagoma. È un levriero, e a quei tempi veniva impiegato come cacciatore e predone per le sue eccelse virtù di velocità e resistenza.

Antichissimo, e ne sono a testimonianza i reperti storici che lo riguardano, si pensa possa discendere dal Tesem, il levriero egizio usato per la caccia nei deserti e nelle pianure che circondavano il corso del Nilo. Diffuso in seguito oltre quell’area, con i traffici commerciali marittimi, avrebbe dato origine al Levriero Greco; oggi definitivamente scomparso, e poi sarebbe giunto fin nelle Isole Britanniche verso il III secolo A.C. portatovi dai Celti, i quali dovevano averli avuti dai mercanti Fenici e Greci, infatti ci sono studiosi che pensano che il prefisso Grey voglia significare Grec, con chiaro riferimento alle origini greche del cane. Per altri, la stessa parola starebbe a significare grigio e, in tal caso, ci sarebbe una diretta connessione con lo Chien Gris de Saint Louis, progenitore di moltissimi segugi sia francesi che inglesi.

La vista di un levriero, non a caso, suscita l’impressione di immediata di nobiltà: questo perché molte delle razze appartenenti al gruppo X furono nell’arco dei secoli molto apprezzate tra i ceti più alti della nobiltà, tanto da essere essi stessi consideranti animali nobili se non addirittura sacri. L’editto di Re Canuto del 1016 ordinava che nessuna persona di bassa condizione potesse detenere levrieri, cosa concessa esclusivamente ai grandi feudatari e regnanti. Addirittura, prima della Magna Carta l’uccisione di un levriero veniva punita come un assassinio. Tutto ciò attribuì ai levrieri un altissimo valore economico, tanto da farne un apprezzatissimo oggetto di dono tra aristocratici. Ai tempi dell’antica Roma, per un esemplare di Irish Wolfhound furono offerte più di 6000 mucche e per averlo i due compratori dovettero pure scendere in guerra. Gli Zar di Russia donavano ai sovrani europei, in occasioni del tutto speciali, i loro bellissimi Borzoi, mentre Saluki e Sloughi erano, insieme al cavallo, gli unici animali considerati "degni" di stare accanto ai dignitari arabi, tanto da essere addirittura condotti nel luogo di caccia in groppa ai cammelli, ed i cuccioli ad essere allattati dalle donne. Mentre il Greyhound era esclusiva dei lord, il Piccolo Levriero Italiano era il compagno indiscusso di molti Re, tra i quali spicca il Re Sole. Di meno nobili frequentazioni, ma comunque molto rispettati dalla popolazioni locali erano gli Azawakh per i Tuareg e i Magyar Agar per i Magiari.

Non possiamo che andare avanti sino ad arrivare ai giorni nostri, nei più recenti anni sessanta, quando non si era nessuno se non si passeggiava con un Levriero Afgano accanto, per le strade delle rinomate località di Cortina d’Ampezzo, Saint Tropez o nella allora nascente mondanità della Costa Smeralda.

Solo per il Whippet (che oggi viene a tutti gli effetti considerato un levriero puro) le cose andarono assai diversamente. Furono infatti i minatori inglesi della prima metà dell’Ottocento, e cioè la più bassa casta sociale dell’epoca, che diedero i natali a questa razza. Essi incrociarono i loro terrier prima con il Piccolo Levriero Italiano e poi con il Greyhound potenziando così l’attitudine dei primi alla caccia alla lepre e al coniglio. Nel Whippet di oggi dei terrier non è rimasta traccia e la fisicità tipica del levriero è più che evidente, si ha, infatti, più l’idea di un Greyhound incrociato con un Piccolo Levriero Italiano per contenerne la taglia.

È sempre stato legato ai costumi cavallereschi, infatti un vecchio proverbio gallese diceva “Puoi riconoscere un signore dal suo cavallo, dal suo falcone e dal suo levriero”.

Raffigurati spesso nei quadri e nell’artigianato da famosi artisti del XVI e XVII secolo per l’aristocrazia europea.

E fu proprio a partire dal XVI secolo, che i progenitori dei Greyhound cominciarono a venire impiegati nel cosiddetto coursing, cioè l’inseguimento della lepre, sport a quei tempi molto in voga fra i nobili e i dignitari di corte.

Questa antica attività sportiva in tempi recenti ha dato origine al Greyhound Racing, tradizionale sport inglese nel quale una muta di Levrieri Inglesi a pelo raso vengono lanciati all’inseguimento di una preda meccanica.

E così, il 24 luglio 1926 allo stadio Bellevue di Manchester, si affollarono duemila persone per vedere correre per la prima volta i Greyhound.

La sua velocità sorprendente, l’eleganza, l’ardore, la vigoria muscolare e la sua costruzione perfetta, sono tali da sfidare in velocità ogni altro animale.